La Politica di Coesione dell’Unione Europea costituisce il quadro politico alla base di centinaia di migliaia di progetti in tutta Europa che ricevono finanziamenti attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR), il Fondo sociale europeo (FSE) e il Fondo di coesione (il Fondo di coesione è destinato gli Stati membri dell’UE con un PIL inferiore al 90 % rispetto alla media UE a 27, senza considerare la Croazia).

La coesione economica e sociale, così com’è definita dall’Atto unico europeo del 1986, mira a “ridurre il divario fra le diverse regioni e il ritardo delle regioni meno favorite”. Il più recente trattato dell’UE, il Trattato di Lisbona, aggiunge una terza dimensione e parla di “coesione economica, sociale e territoriale“.

La Politica di coesione, pertanto, dovrebbe promuovere uno “sviluppo territoriale” più equilibrato e sostenibile, un concetto più ampio rispetto alla Politica regionale UE, che è correlata al FESR, e opera specificamente a livello regionale.

Per l’esercizio finanziario 2014-2020, il coordinamento e la coerenza tra la politica di coesione e le altre politiche UE che contribuiscono allo sviluppo regionale, ovvero le politiche di sviluppo rurale e per gli affari marittimi e la pesca, sono stati rafforzati attraverso una serie di disposizioni comuni per il FESR, il FSE, il Fondo di coesione, il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP). Questi cinque fondi insieme costituiscono i Fondi strutturali e di investimento europei (Fondi SIE).

 

Le Politiche di coesione in Italia (2014-2020)

A marzo 2017 si è conclusa l’attuazione della programmazione 2007-2013 con il totale assorbimento delle risorse europee assegnate all’Italia, circa 27,9 miliardi di Fondi europei. Questo risultato è stato raggiunto grazie ad importanti interventi innovativi nel quadro di governance istituzionale delle politiche di coesione e di soluzioni di flessibilità a livello europeo.

Per la programmazione 2014 -2020 l’Unione Europea ha assegnato all’Italia oltre 46,4 miliardi, di cui 33,6 miliardi specificamente destinati ai Fondi strutturali. Siamo il secondo Stato membro per dotazione dopo la Polonia.

Alle risorse europee si aggiungono le risorse nazionali stanziate nel Fondo Sviluppo e Coesione, pensato con finalità di riequilibrio economico e sociale. Le risorse per la programmazione 2014-2020 sono circa 54,8 miliardi, l’80% delle quali destinate alle aree del Mezzogiorno e per il 20% alle aree del Centro Nord.

Queste risorse devono intendersi aggiuntive, cioè non vanno a sostituire le spese ordinarie del bilancio dello Stato e degli enti decentrati, in coerenza con l’analogo criterio dell’addizionalità previsto per i fondi strutturali dell’Unione europea.

A queste si aggiungono altre risorse nazionali per il cofinanziamento e risorse destinate ai programmi complementari. Nel complesso le risorse messe a disposizione per la politica di coesione in Italia sono oltre 140 miliardi.

La cornice strategica e la decisione degli obiettivi tematici, su cui concentrare gli interventi finanziati nel periodo 2014-2020, sono definite nell’Accordo di Partenariato con la Commissione europea del 29 ottobre 2014. L’Accordo è stato modificato con la Decisione di esecuzione C(2018) 598 final, dell’8 febbraio 2018, per comprendere le maggiori risorse comunitarie assegnate all’Italia rispetto a quanto stabilito nel 2014, a seguito dell’adeguamento tecnico del Quadro finanziario pluriennale 2014-2020 connesso all’evoluzione del reddito nazionale lordo.

Inoltre, per il periodo di programmazione 2014-2020 a valere sull’obiettivo Cooperazione territoriale europea, l’Italia partecipa a 19 programmi di cooperazione territoriale, di cui dieci con Autorità di Gestione italiana.

In Sicilia sono attivi i seguenti programmi e piani relativi alle Politiche di Coesione:

 

La nuova Politica di Coesione 2021-2027

Per il prossimo bilancio a lungo termine dell’UE (2021-2027) la Commissione UE propone di rendere moderna la politica di coesione, vale a dire la principale politica di investimenti dell’UE e una delle sue più concrete espressioni di solidarietà.

Il 18 novembre 2020 la Commissione UE ha accolto con favore l’accordo politico tra il Parlamento europeo e gli Stati membri dell’UE in sede di Consiglio sul pacchetto di assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa (REACT-EU). Si tratta del primo dossier della politica di coesione i cui negoziati si sono conclusi in attesa dell’approvazione definitiva dei testi giuridici da parte della plenaria del Parlamento europeo e del Consiglio.

Con un importo dedicato di 47,5 miliardi di euro (50,5 miliardi di euro a prezzi correnti), REACT-EU proseguirà e amplierà le misure di risposta alla crisi e le misure per il superamento degli effetti della crisi attuate mediante i due pacchetti di iniziative di investimento in risposta al coronavirus (CRII e CRII+), garantendo in tal modo che la ripresa economica e sociale nel contesto della pandemia di coronavirus prosegua senza difficoltà e senza interruzioni.

Al dicembre 2020, con l’accordo politico del Parlamento europeo e del Consiglio sulle proposte della Commissione UE per il periodo 2021-2027 riguardanti il pacchetto di assistenza alla ripresa per la coesione e i territori d’Europa (REACT-EU), il regolamento recante disposizioni comuni (RDC) sui fondi a gestione concorrente, i programmi di cooperazione territoriale europea (“Interreg”), il Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) e il Fondo di coesione (FC), e il Fondo per una transizione giusta (JTF), tutti gli strumenti relativi alla politica di coesione per il periodo 2021-2027 sono stati concordati e sono in attesa dell’approvazione definitiva dei testi giuridici da parte del Parlamento europeo e del Consiglio.

>> Le azioni della politica di coesione dell’UE contro il coronavirus

>> Iniziativa di investimento in risposta al coronavirus (CRII) e iniziativa di investimento in risposta al coronavirus Plus (CRII+)

>> Piattaforma Open Data Coesione UE 

>> Dashboard COVID-19

 

La Programmazione 2021-2027 in Italia

L’Accordo di partenariato tra Italia e Commissione europea relativo al ciclo di programmazione 2021-2027 è stato approvato con Decisione di esecuzione della CE il 15 luglio 2022.

Il 19 luglio 2022 è stato firmato e adottato l’Accordo di Partenariato 2021-2027.Per il ciclo di Programmazione 2021-2027 l’Italia avrà a disposizione 75,3 miliardi di euro di Fondi Strutturali e di Investimento, tra risorse europee e cofinanziamento nazionale.

Le risorse in arrivo da Bruxelles ammontano a 43,1 miliardi di euro, comprensive le quote desinate al Fondo per la Transizione Giusta (Just Transition Fund – JTF) e alla Cooperazione Territoriale Europea (CTE). Si tratta dell’importo più consistente nel confronto con i cicli precedenti. La quota parte spettante alle Regioni sfiora i 48 miliardi di euro.

Il nuovo ciclo vedrà alcune modifiche nella classificazione delle singole regioni. Infatti, sono considerate “in transizione” non solo l’Abruzzo, che si conferma in questa categoria, ma anche Umbria e Marche (precedentemente tra quelle “più sviluppate”). Le regioni “meno sviluppate” sono quelle rimanenti del Mezzogiorno (Campania, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna), mentre le “più sviluppate” comprendono quelle del Centro-Nord, con l’esclusione di Umbria e Marche.
Se si esclude la quota riservata alla CTE, le risorse europee e nazionali dei Fondi strutturali si distribuiscono come segue tra le tre aree:

– regioni più sviluppate: 23,882 miliardi di euro;
– regioni in transizione: 3,612 miliardi di euro;
regioni meno sviluppate: 46,575 miliardi di euro.

>> Programmazione 2021-2027 in Italia – L’Accordo di partenariato (sito Agenzia per la Coesione territoriale)
>> Programmazione 2021-2027 (Sicilia)